Il percorso tematico "Hirtensteig" ti fa conoscere più da vicino in cinque stazioni, la vita dei pastori, del bestiame e le particolarità dell'alpe comune delle più grandi alpi comunali in Europa, non solodei nostri giorni, ma anche del passato più remoto. Segui il nostro simbolo del pastrore e scopri il suo mondo...
Fin dagli inizi dell’alpe comunale, la scelta dei mastri pastori era un fatto importante. Il contadino aveva bisogno di fidarsi ciecamente del pastore, perché nella solitudine non esistevano altri testimoni. I contadini obbligavano i mastri a prestare un giuramento sul bastone del pastore, che avrebbero sempre affermato il vero.
Il 1° mastro viene aiutato dal 2° mastro. Insieme sono i capi e hanno su di sé tutta la responsabilità nei confronti degli altri pastori. Il loro compito principale è di decidere quando e dove il pascolo deve brucare. I mastri sono in grado di curare malattie e lesioni di piccola entità grazie al sapere trasmessogli. Osservando il bestiame e la natura, sono altresì in grado di prevedere il meteo.
I pastori hanno, come sai, il dono di ricordarsi di oltre 900 animali da bestiame. Aspetto molto utile per sapere la sera quale bestia manca eventualmente all’appello. In passato annotavano le loro osservazioni in dei quaderni, il “Buachn”. Quando a settembre i contadini prendono il loro bestiame, i mastri devono spesso aiutarli a cercarli nella mandria.
Facevano parte della squadra dei pastori due garzoni e due guardie. I garzoni facevano diversi lavori; Spesso si occupavano di cucinare o di fare il letto. Quest’ultimo voleva dire mietere l’erba davanti alle baite per realizzare con il fieno il posto in cui coricarsi. Le guardie garantivano che il bestiame rimanesse insieme e che fosse protetto. Dovevano costruire recinti e sistemare i muretti per evitare che il bestiame cadesse e che entrassero estranei o animali pericolosi.
Quando ancora i contadini possedevano più capre, venivano inviate anche queste sull’alpe. Le capre potevano pascolare dove gli animali di grossa taglia non arrivavano e al contempo approvvigionavano i pastori con latte. Questa parte della mandria veniva sorvegliata dal capraio.
Ancora oggi è compito del cavallaio custodire i cavalli nel “Gunglwald” (bosco). Non appena giungono sulla “Rittner Alm” (alpe del Renon), vengono consegnati agli altri pastori. I cavalli pascolano dietro al resto del bestiame.
Questa suddivisione del lavoro tra sette pastori si è mantenuta per molti secoli. Ma con la modernizzazione a partire dagli anni ‘60, il numero del personale dell’alpe è sceso a soli 3: 1° mastro, 2° mastro e un garzone sono al giorno d’oggi responsabili per la stessa quantità di bestiame (ca. 900-950 animali).
L’attrezzo di lavoro più importante è ancora la “Goaßl” (frusta). Questa viene usata per portare il pascolo. Ma i pastori la usano anche per farsi capire tra di loro. Il “Goaßl schnölln” è ancora oggi un’usanza.
Pensi che in futuro ci saranno ancora pastori o che la tecnologia sostituirà anche questo mestiere?
Per saperne di più sulla storia dei pastori e dell'alpeggio lungo il sentiero dei pastori, divertitevi ad esplorare...
Il 1° mastro viene aiutato dal 2° mastro. Insieme sono i capi e hanno su di sé tutta la responsabilità nei confronti degli altri pastori. Il loro compito principale è di decidere quando e dove il pascolo deve brucare. I mastri sono in grado di curare malattie e lesioni di piccola entità grazie al sapere trasmessogli. Osservando il bestiame e la natura, sono altresì in grado di prevedere il meteo.
I pastori hanno, come sai, il dono di ricordarsi di oltre 900 animali da bestiame. Aspetto molto utile per sapere la sera quale bestia manca eventualmente all’appello. In passato annotavano le loro osservazioni in dei quaderni, il “Buachn”. Quando a settembre i contadini prendono il loro bestiame, i mastri devono spesso aiutarli a cercarli nella mandria.
Facevano parte della squadra dei pastori due garzoni e due guardie. I garzoni facevano diversi lavori; Spesso si occupavano di cucinare o di fare il letto. Quest’ultimo voleva dire mietere l’erba davanti alle baite per realizzare con il fieno il posto in cui coricarsi. Le guardie garantivano che il bestiame rimanesse insieme e che fosse protetto. Dovevano costruire recinti e sistemare i muretti per evitare che il bestiame cadesse e che entrassero estranei o animali pericolosi.
Quando ancora i contadini possedevano più capre, venivano inviate anche queste sull’alpe. Le capre potevano pascolare dove gli animali di grossa taglia non arrivavano e al contempo approvvigionavano i pastori con latte. Questa parte della mandria veniva sorvegliata dal capraio.
Ancora oggi è compito del cavallaio custodire i cavalli nel “Gunglwald” (bosco). Non appena giungono sulla “Rittner Alm” (alpe del Renon), vengono consegnati agli altri pastori. I cavalli pascolano dietro al resto del bestiame.
Questa suddivisione del lavoro tra sette pastori si è mantenuta per molti secoli. Ma con la modernizzazione a partire dagli anni ‘60, il numero del personale dell’alpe è sceso a soli 3: 1° mastro, 2° mastro e un garzone sono al giorno d’oggi responsabili per la stessa quantità di bestiame (ca. 900-950 animali).
L’attrezzo di lavoro più importante è ancora la “Goaßl” (frusta). Questa viene usata per portare il pascolo. Ma i pastori la usano anche per farsi capire tra di loro. Il “Goaßl schnölln” è ancora oggi un’usanza.
Pensi che in futuro ci saranno ancora pastori o che la tecnologia sostituirà anche questo mestiere?
Per saperne di più sulla storia dei pastori e dell'alpeggio lungo il sentiero dei pastori, divertitevi ad esplorare...